“Fortunatamente adesso abbiamo un governo nazionale vicino alle reali esigenze del territorio, ma era fondamentale il passaggio positivo di Sala d’Ercole. L’aula ha accolto infatti la nostra mozione sul CETA, che impegna il governo regionale a scongiurare l’applicazione di un trattato di libero scambio che avrebbe conseguenze disastrose per la nostra economia”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri, prima firmataria della mozione approvata dall’Aula di Palazzo dei Normanni, che impegna il governo regionale a chiedere al Governo Conte di non procedere alla ratifica dell’Accordo CETA.
“L’entrata in vigore del CETA così come è stato proposto – spiega Palmeri – determinerebbe notevoli squilibri alle già difficili condizioni di molte piccole e medie imprese siciliane, con particolare riferimento a quelle del settore agricolo e artigianale. Infatti, è previsto che le importazioni senza dazi di grano passeranno dalle 38 mila tonnellate attuali a oltre 100 mila, mentre quelle di mais da 7 a 45mila. Ciò è possibile perché, in media, una azienda agricola canadese è 20 volte più grande di una europea. La grande distribuzione organizzata richiede prodotti omologati e standardizzati difficilmente realizzabili da piccoli agricoltori che non lavorano su modelli standard, bensì con procedure e prodotti tipici e locali. I prodotti delle piccole e medie imprese italiane e siciliane non potrebbero assolutamente competere con quelle canadesi. C’è poi la questione legata ai diversi regolamenti fito-sanitari delle produzioni alimentari così, l’entrata in vigore definitiva del CETA comporterebbe anche seri rischi per la salute umana e la sicurezza alimentare dei consumatori. Siamo chiaramente soddisfatti per la risposta positiva dell’Aula” – conclude la deputata alcamese.