Presentata una mozione all’Ars (leggi il documento) per spingere l’esecutivo a correre ai ripari. La deputata: “Nell’isola situazione veramente drammatica, non si perda più tempo”.
Il cambiamento climatico, il graduale ma incessante aumento delle temperature e la conseguente desertificazione dei territori, – o meglio desertizzazione, che non è l’avanzata dei deserti – sono fenomeni che in Sicilia hanno un impatto sempre più preoccupante. Secondo i dati Irssat (Istituto di ricerca, sviluppo e sperimentazione sull’ambiente e il territorio), nell’Isola il processo ha raggiunto livelli del 70 per cento. Un dato allarmante, se si considera che nelle altre regioni italiane, dove la situazione è critica, la media oscilla tra il 30 e il 50 per cento.
Questa la drammatica realtà, evidenziata dal gruppo parlamentare Cinquestelle all’Ars attraverso una mozione – prima firmataria Valentina Palmeri, che impegna il Governo regionale a dotarsi di un Piano strategico per avviare una serie di azioni politiche e legislative non più rinviabili.
L’iniziativa coincide con la giornata di mobilitazione mondiale in corso oggi, 15 marzo: in ogni continente si svolgono marce per il clima, sulle tracce della giovanissima attivista svedese Greta Thunberg, candidata al Premio Nobel per la Pace, che dalla scorsa estate ha iniziato a scioperare dalla scuola ogni venerdì per chiedere al governo del suo Paese e ai potenti di tutto il mondo di muoversi immediatamente per porre un rimedio alla terribile crisi climatica in corso.
“Grazie a Greta – ricorda Palmeri – siamo costretti a parlare di cambiamento climatico. Il tema ci porta ad interrogativi e riflessioni globali, sul pianeta, sulle nostre cattive abitudini, sull’eccessivo consumismo e ipersfruttamento di risorse naturali operato da alcuni Paesi. È intollerabile il fatto che a questo problema, che si conosce da più di 40 anni, non siano seguite azioni concrete ed efficaci, si è continuato a prendere tempo”.
Per questo, a cominciare dalla Sicilia, urgono misure urgenti e la mozione ne propone alcune: la conversione progressiva da agricoltura tradizionale ad agroecologia, un minore consumo di carni e derivati verso stili di consumo più salutari, piccoli allevamenti anziché quelli intensivi, il miglioramento della Rete Natura 2000, delle aree forestali e della macchia mediterranea, l’istituzione di capitoli speciali per la ricerca applicata alla lotta verso la desertificazione e i cambiamenti climatici, la decarbonizzazione in favore delle energie rinnovabili, la crescente adozione delle motorizzazioni elettriche a cominciare dai mezzi pubblici. Nel documento si ricorda inoltre che nei parchi della Sicilia i fenomeni di desertificazione procedono più lentamente: un ulteriore motivo per innescare politiche più decise volte alla tutela e alla conservazione del verde e dei boschi.