Provo dolore e sconcerto per ciò che sta succedendo in tutto il mondo, migliaia di persone, animali, piante, habitat, bruciano.
Tutto ciò pregiudicherà il futuro di quelle terre e del mondo intero gravemente, con effetti a breve e a lungo termine.
I fuochi divampano in Sudafrica, Botswana, Zimbabwe, Monzambico, Angola, Namibia e, nel Sud America, in Bolivia, Perù, Equador, Venezuela e Colombia.
Si è scoperto che in una cittadina dell’ Amazzonia un’associazione di agricoltori, i più grandi sostenitori del criminale Bolsonaro, aveva lanciato pubblicamente “o dia do fogo”, il giorno del fuoco. Centinaia, forse migliaia di nativi uccisi sia dal fuoco che dalle armi, fatti fuori da killer e commandos.
In Africa, Congo e Angola sono interessati da vasti incendi almeno da metà luglio. I peggiori incendi degli ultimi 15 anni, dicono gli esperti. Una catastrofe rimasta a lungo sotto traccia, a differenza di quella brasiliana, e che forse ora, spinta dai fuochi amazzonici, arriva al centro del dibattito politico.
Gli incendi nell’Africa sub-sahariana rappresentano circa il 70% dell’area bruciata di tutto il mondo e la causa di questi incendi, come per l’Amazzonia, è riconducibile alle attività agricole e zootecniche, in particolare all’utilizzo della tecnica ‘taglia e brucia’ con gli agricoltori centrafricani che utilizzano il fuoco per ripulire vaste distese di foreste o savane, rigenerare pascoli e bruciare gli scarti delle terre coltivate per prepararsi alla prossima stagione.
Una grande indignazione e solidarietà globale, giustimente, si sta sollevando, ma fino a quando non cambieranno le priorità delle agende politiche dei capi di Stato e della politica non cambierà mai nulla.
Senza andare troppo lontano, se guardiamo gli incendi di casa nostra, i dati sono impressionanti e preoccupanti, in Italia nel 2019 i roghi rispetto al 2018 sono triplicati, e in Sicilia, la regione a maggiore rischio di desertificazione d’Europa, gravissimi incendi ogni anno ci colpiscono pesantemente.
Quindi che fare? Fino a quando non si deciderà di punire seriamente chi appicca gli incendi, non si farà seria prevenzione, non si aumenteranno i controlli, non si premieranno tutti i cittadini e gli operatori che aiuteranno a salvaguardare i nostri preziosi polmoni verdi, non si metterà il cambiamento climatico e la salvaguardia dell’ambiente tra le priorità politiche, fino a quando una politica miope e corrotta, asservita ad interessi economici di pochi e alle mafie, continuerà ad avere voce in capitolo, e fino a quando non si cambierà il paradigma nella mentalità di tutti noi, sarà sempre una guerra persa.