Su un totale di 69 gare concluse per un importo che supera i 146 milioni di euro solo 4 sono quelle concluse in comprova dei requisiti e quindi opere realmente realizzate per un totale di poco più di 120 mila euro. E’ chiaro che qualcosa nella depurazione delle acque e del sistema fognario in Sicilia non funziona. Comprendiamo la buona volontà della gestione commissariale affidata al commissario Rolle, ma i numeri continuano a essere impietosi. Si cambi passo perché nel frattempo chi paga tutto questo è il nostro ambiente, la salute e tasche dei siciliani per via delle infrazioni che paghiamo all’Europa.

Sappiamo bene che il commissario ha acquisito i progetti di ciascun comune o stazione appaltante territoriali nel tentativo probabilmente di accelerare i tempi, ma i risultati ottenuti non sono soddisfacenti perché si tratta spesso di progetti datati e redatti prima che subentrassero le attuali norme in materia ambientale sia nazionali che le direttive europee.

Il Commissario non sta applicando le moderne soluzioni applicate, invece, in altre Regioni d’Italia, non tenendo conto del grave rischio di desertificazione che colpisce molti comuni costieri, come i comuni che si affacciano sul canale di Sicilia, che hanno problemi di cuneo salino nelle falde, a causa dell’iper sfruttamento e dell’abbassamento della falda consequenziale, area che ormai non supera i 400 mm l’anno di piovosità, dato peggiorato negli ultimi 30 anni (da studi condotti dall’IRSSAT). La mancanza dell’obbligo del riutilizzo fa rischiare che la Sicilia si trovi a dover affrontare una nuova contestazione da parte della UE che, con il nascente Regolamento, punta con decisione a tale percorso. Per tale motivo chiederemo un incontro con il Ministro Costa.

Nonostante l’apprezzabile impegno della gestione commissariale il quadro rimane grave, ecco perché chiediamo la velocizzazione dell’iter sia progettuale sia di realizzazione dei lavori.