Con una interrogazione urgente ed una nota (leggi il documento) chiede al presidente della Regione Siciliana e all’assessore alla Salute, l’effettivo stato di attuazione dell’assistenza sanitaria diffusa attraverso la continuità assistenziale.
Mai come in questo periodo, l’assistenza sanitaria diffusa sul territorio attraverso le Unità Speciali di Continuità Assistenziale risulta essenziale. In diverse regioni italiane dove i modelli sanitari possono essere definiti evoluti come in l’Emilia Romagna, si tratta di uno strumento ormai fondamentale sia per un risparmio sulla spesa sia per minimizzare i rischi di diffusione della pandemia. La Regione Siciliana faccia chiarezza sullo stato d’attuazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, è necessario che si istituiscano in maniera omogenea sull’intero territorio regionale.
Con il recente decreto legge numero 14 del 2020 è stata prevista l’istituzione delle Unità Speciali di Continuità assistenziale per la gestione domiciliare dei pazienti affetti dal virus Covid19 che non necessitano di ricovero che prevede l’istituzione, presso una sede di continuità assistenziale già esistente, di una unità speciale ogni 50.000 abitanti. Questo strumento prevede di poter garantire la diagnosi, presa in carico e monitoraggio delle infezioni da COVID19, la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID19 in isolamento domiciliare e che non necessitano di ricovero ospedaliero. Una misure di assoluta necessità. La Regione faccia chiarezza su quali sono le province dove tale strumento è attivo e con quali mezzi e se intenda estendere e potenziare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale anche dopo la pandemia.