AGRICOLTURA PRONTA AL CAMBIAMENTO… IL NOSTRO PIANO D’USCITA DALLA CRISI AGRICOLA IN SICILIA

Il contenuto dello studio non è da considerarsi definitivo e potrà essere modificato nel corso della elaborazione della sua versione definitiva.

Nuovo piano per l’agricoltura e per la zootecnica della Sicilia: attenzione alla qualità e all’ambiente

L’attuale sistema di produzione del cibo in Sicilia è fallimentare. Il sistema agro-alimentare non è in grado di garantire la qualità organolettica a costi accessibili per tutti, non sostiene adeguatamente gli imprenditori agricoli e gli allevatori siciliani e non protegge e tutela la biodiversità e l’ambiente. Occorre mettere al centro la qualità dei prodotti, le persone e la terra. Pertanto, questo «Piano agricolo siciliano» mette in evidenza le problematiche del settore con dati pubblici ufficiali e cerca di capire come si manifestano in Sicilia e propone soluzioni elaborate dalle esperienze di numerose aziende agricole siciliane virtuose, da principi e da proposte di legge del Movimento Cinque Stelle e da sistemi alternativi e sostenibili attuati con successo in altre regioni d’Italia e in altri paesi europei. Inoltre, per ogni punto e obiettivo, si forniscono indicazioni sulle misure del PSR 2014-20, sia in riferimento ai bandi usciti che quelli che ancora devono uscire.

Le criticità del settore agricolo siciliano e in quello zootecnico:

– Offerta insufficiente, all’interno della nostra Regione, di alimenti provenienti da coltivazioni e allevamenti siciliani e mancata chiusura delle filiere agro-alimentari

– Insufficiente reddito prodotto dalle aziende agricole

– Inefficiente gestione del Piano di Sviluppo Rurale

– Difficoltà di commercializzazione dei prodotti agro-alimentari siciliani

– Scarsa aggregazione delle realtà produttive siciliane

– Insufficiente attenzione all’impatto ambientale del comparto agricolo

– Emigrazione dalla Sicilia e abbandono terreni agricoli

– Agromafie, caporalato e contraffazione alimentare

– Insufficienza e/o sprechi delle risorse idriche

– Mancanza di adeguate infrastrutture e aree logistiche

– Inadeguati livelli di formazione e di supporto tecnico alle aziende

– criticità nella zootecnia … work in progress

La nostra strategia per uscire dalla crisi:

1. Offerta insufficiente, all’interno della nostra Regione, di alimenti provenienti da coltivazioni e allevamenti siciliani e mancata chiusura delle filiere agro-alimentari

Le materie prime prodotte e coltivate in Sicilia difficilmente vengono trasformati in prodotti finiti all’interno del territorio della nostra Regione. In altre parole, vi è una mancata chiusura delle filiere agro-alimentari. Se a questo aggiungiamo il fatto che le campagne pubblicitarie influenzano moltissimo il cibo che consumiamo, si comprende perché una buona parte del cibo consumato in Sicilia, viene importato e perché vi è un basso consumo di prodotti siciliani.

Come uscirne?

1.                  Assicurare tracciabilità, certificazione, trasparenza e chiusura delle varie filiere produttive agro-alimentari.  Occorre sviluppare e promuovere sinergia nel processo di programmazione, qualificazione e vendita dei prodotti agricoli nella Regione Siciliana.  Ciò si ottiene con:

1.1.          Creazione del marchio di qualità con indicazione di origine ‘Qualità Sicura Sicilia’. La creazione del marchio “Qualità sicura Sicilia”, di cui è titolare la Regione siciliana, serve per valorizzare i prodotti e servizi agricoli e alimentari con un elevato standard qualitativo controllato e per promuovere e sostenere il marketing commerciale e la vendita di tali prodotti. La qualità dei prodotti agricoli e alimentari viene garantito attraverso un programma aperto di controllo della qualità, riconosciuto dalla normativa europea ed eseguito dell’organismo designato e approvato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

Esiste già un Disegno di Legge M5S[1] sul marchio di qualità… basta approvarlo!

[1] Disegno di Legge n. 594 del 21.10.2013 presentato dai deputati regionali del MoVimento Cinque Stelle

1.2.            Facilitare i rapporti commerciali e gli scambi tra i settori agricoli e zootecnici, da un lato, e la ristorazione collettiva pubblica e l’agro-industria, dall’altro. Ciò si ottiene con:

a) Gli accordi di filiera.     

Una filiera agroalimentare è l’insieme delle fasi di produzione, di trasformazione, di lavorazione, di commercializzazione e di distribuzione dei prodotti agricoli ed agroalimentari.
L’accordo di filiera è l’accordo tra i soggetti della filiera agroalimentare e le relative associazioni di categoria con l’Assessorato regionale delle risorse agricole e alimentari, finalizzato anche a sostenere gli operatori siciliani nell’attivazione di un sistema imprenditoriale in grado di realizzare produzioni agricole ed agro-industriali di qualità certificata.
Gli obiettivi degli accordi di filiera sono di creare dei rapporti stabili all’interno dei diversi segmenti  di filiere di produzioni agricole regionali  e  di realizzare l’aumento del valore aggiunto delle stesse produzioni agricole ed una equa redistribuzione di ricchezza  all’interno dei singoli stadi delle filiere. L’Accordo di Filiera è un passaggio strategico ed era stato oggetto di un decreto assessoriale (D.A. 11/12/13 ‘Accordi quadro delle filiere agro-alimentari’), peraltro mai applicato. Il testo prevedeva che gli accordi venissero stipulati tra imprenditori del settore agroindustriale e produttori primari (allevatori, agricoltori, etc.).
Quindi esiste già un Decreto Assessoriale sul tema …. Basta applicarlo!

b) Stimolare una maggiore domanda di prodotti di qualità privilegiando sistemi di distribuzione a corto raggio, attraverso campagne informative per cittadini e privati ed utilizzando prodotti biologici, tipici, tradizionali e di qualità, nelle mense pubbliche scolastiche ed ospedaliere della Regione Siciliana.  Tutto questo è previsto nella delibera di giunta n. 381 del 28/11/13, ‘Mense pubbliche scolastiche e ospedaliere, – Utilizzo prodotti ‘Born in Sicily’ della Regione siciliana’. L’utilizzo di prodotti alimentari, locali e provenienti da agricoltura biologica o naturale nelle mense pubbliche siciliane (mense prescolastiche, scolastiche, universitarie, di ospedali, luoghi di cura e di assistenza) ha come obiettivi la sicurezza alimentare dei consumatori e l’educazione ad un’alimentazione certificata. Inoltre, determina un sostegno all’economia locale.
Un gruppo di lavoro inter-assessoriale tra l’Assessorato delle risorse agricole e alimentari e l’Assessorato dell’istruzione e della formazione predisporrà direttive rivolte alle pubbliche amministrazioni regionali che gestiscono in qualsiasi forma le mense pubbliche con specifiche previsioni, tra cui, per esempio, l’obbligo che le mense contengano una % di prodotti minimi a Km0.
La ristorazione collettiva in Sicilia è un settore che vale circa 250 milioni di euro. Se pensiamo che raramente questo settore utilizza materie prime locali o regionali ci rendiamo conto quanto è importante applicare gli obiettivi di questa delibera regionale.
La ristorazione collettiva in Sicilia è un settore che vale circa 250 milioni di euro. Se si considera il fatto che raramente questo settore utilizza materie prime locali o regionali, è facile rendersi conto quanto è importante realizzare gli obiettivi di questa delibera regionale.

c) Approvare un piano di tutela e valorizzazione delle sementi antiche siciliane.

2.                  Adottare un piano del cibo regionale.

Per approfondimenti, vedere il Piano del Cibo Regionale del M5S.

2. Insufficiente reddito prodotto dalle aziende agricole

Le statistiche confermano che il comparto agricolo siciliano non riesce a garantire un reddito adeguato agli operatori del settore. Per modificare questo dato occorre agire secondo due direttrici: taglio dei costi e incremento degli utili.
Come fare?

1.                   Taglio dei costi. Un taglio significativo dei costi sostenuti dagli imprenditori agricoli si può realizzare attraverso:

1.1.          Progressivo abbandono dei carburanti fossili/produzione di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili. Per approfondimenti vedere il Piano Energetico Regionale del M5S.

2.                  Incrementi degli utili. Per incrementare gli utili di un’azienda agricola, la Regione deve:

2.1.          Promuovere la diversificazione delle attività all’interno delle aziende agricole . Occorre promuovere lo sviluppo di altre attività tra cui, per esempio, le fattorie didattiche ed il turismo rurale, che comprende le varie forme di turismo direttamente connesse alle risorse rurali. Le risorse della ruralità sono costituite dall’agricoltura, dai prodotti agricoli, dalle aree verdi, dall’artigianato, dai patrimoni culturali e artistici presenti nei paese e nei piccoli centri delle aree rurali.
Per approfondimenti vedere il Piano Turismo Regionale del M5S.

2.2.                Stipulare accordi di filiera tra agroindustria e i produttori locali. (Vedere punto 2. a)

3. Inefficiente gestione del Piano di Sviluppo Rurale

Nell’ambito della programmazione delle risorse FEASR, per il periodo 2014-2020, alla Regione Siciliana sono state assegnate risorse pari a € 2.212.747.000, con un incremento di oltre 27 milioni di euro rispetto alla dotazione iniziale del PSR Sicilia 2007-2013. Questo dato, da cui partire per pianificare la programmazione del periodo 2014-2020, fa della Sicilia la regione d’Italia a cui è stata assegnata la maggior dotazione finanziaria a livello nazionale.

Soluzioni?

1.                   Gestione e uso dei fondi e finanziamenti seria, efficiente e lungimirante. Per far si che queste risorse incentivano, realmente, l’agricoltura sostenibile e naturale e che tengano conto delle variegate realtà geografiche, produttive ed imprenditoriali siciliane, occorre una gestione e uso dei fondi efficiente, seria e lungimirante. Per approfondimenti vedere Piano Fondi Europei Regionale M5S.

4. Difficoltà di commercializzazione dei prodotti agro-alimentari siciliani

La Sicilia soffre di una inadeguata strategia di commercializzazione dei prodotti agro-alimentari.

Soluzioni?

1.                  Attuare strategia di marketing di prodotti locali certificati. La Regione Siciliana promuoverà l’adozione di un marchio con indicazione di origine ‘Qualità Sicura Sicilia’. La Regione è titolare del marchio che ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di qualità dei prodotti e promuovere e sostenere il marketing commerciale e la vendita.
E’ previsto la promozione del marchio della Regione attraverso: un programma triennale di marketing approvato dall’Assessore regionale dell’Agricoltura basato su linee guida per garantire l’unitarietà dell’azione di marketing; azioni promo-pubblicitarie del marchio di qualità promosse con mezzi finanziari stanziati e altre misure di sostegno promosse dall’Assessore; campagne informative al consumatore; pubblicazione delle informazioni contenute nel registro del marchio in un’apposita sezione del sito istituzionale dell’Assessorato a cui è consentito libero accesso. Tutto ciò ha l’obiettivo di rendere il prodotto siciliano più appetibile nel mercato regionale e extraregionale.
Esiste già un Disegno di Legge M5S[2] sul marketing marchio di qualità… basta approvarlo!

[2] Disegno di Legge n. 594 del 21.10.2013 presentato dai deputati regionali del MoVimento Cinque Stelle

2.                 Utilizzare prodotti biologici, tipici, tradizionali e di qualità, nelle mense pubbliche scolastiche ed ospedaliere della Regione Siciliana. (Vedere punto 3.a)

3.                Migliorare la rete viaria e garantire infrastrutture più idonee al trasporto di persone, mezzi e merci. Per approfondimenti vedere il Piano infrastrutture regionale M5S.

5. Scarsa aggregazione delle realtà produttive siciliane

La scarsa capacità aggregativa delle realtà produttive è un altro fattore negativo che se superato, consentirebbe di raggiungere una maggiore competitività sui mercati, specie in un momento storico in cui i mercati sono sempre più strettamente collegati. Questa problematica si manifesta anche nella incapacità di chiudere le filiere produttive con conseguente riduzione dei margini di profitto e scarso controllo della qualità finale dei prodotti. Ad oggi l’imprenditore agricolo siciliano viene visto come esclusivo fornitore di materia prima.

Soluzioni?

1.            Promuovere i contratti di Rete. Si tratta di un modello di collaborazione tra imprese che consente, pur mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la capacità innovativa e la competitività sul mercato. A tal fine gli imprenditori si impegnano a collaborare in forme e in ambiti predeterminati e attinenti all’esercizio delle proprie imprese sulla base di un programma comune, scambiandosi informazioni o prestazioni ed esercitando in comune una o più attività.

Esiste una legge nazionale[3]… va solo promossa con un decreto di Giunta.

[3] Legge n. 33 del 09.04.2009

6.Insufficiente attenzione all’impatto ambientale del comparto agricolo

L’agricoltura industriale si basa sulla coltivazione intensiva, tesa alla massima produttività per unità di superficie. Si avvale di input energetici e chimici, tra cui un elevato utilizzo di pesticidi, che hanno stravolto le tradizionali pratiche agrarie e contribuito a determinare un grave impatto ambientale in Sicilia (inclusa la desertificazione del suolo ed il dissesto idrogeologico). Inoltre, la biodiversità siciliana, le ricchezze agricole e naturalistiche della nostra isola, sono messe a rischio dall’introduzione all’interno della nostra Regione di organismi parassiti e/o patogeni alieni (le specie viventi animali, vegetali, o funghi, batteri e virus che, a causa dell’azione dell’uomo, si trovano ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal loro area di origine).
Come tutelare al meglio l’ambiente?

1.                  Limitare l’impiego di sostanze diserbanti chimiche. L’esposizione diretta o indiretta ai pesticidi causa ricadute negative sulle persone, in primis gli agricoltori, i bambini, gli anziani, e sull’ambiente. La quantità dei residui di pesticidi che i laboratori pubblici[4] hanno rintracciato in campioni di ortofrutta, prodotti derivati e miele resta elevata (42% dei campioni). Il multiresiduo (la presenza concomitante di più residui chimici in uno stesso campione alimentare) è salito notevolmente. Anche per queste ragioni è necessario vietare interventi di diserbo chimico e di sostanze tossiche in determinate “zone” sensibili per tutelare la salute umana, l’ambiente naturale, l’ambiente acquatico e delle acque potabili, gli ecosistemi, le attività agricole condotte con metodo biologici  e naturali, i consumatori. Esempi di zone sensibili includono la viabilità stradale, la rete idrica superficiale, aree circostanti allevamenti di animali e alveari, aree verdi pubbliche etc.
Esiste già un Disegno di Legge M5S[5] sulla riduzione dei pesticidi…basta approvarlo!

[4] Vedere dossier di Legambiente “Pesticidi nel piatto 2015”

[5] Disegno di Legge n. 960 del 02.03.2015 presentato dai deputati regionali del MoVimento Cinque Stelle

2.               Creare un Osservatorio permanente a tutela della biodiversità in Sicilia. Le lotte chimiche e/o biologiche contro i patogeni alieni infestanti e/o parassitari molto spesso si rivelano difficili, intempestive, poco risolutive e molto costose. Occorre affrontare alla radice questo spinoso problema che determina un impatto economico a carico degli enti pubblici, del comparto agroalimentare. Per farlo la Regione costituirà un Osservatorio permanente che avrà il compito, attraverso l’applicazione del principio di precauzione, di impedire e bloccare i prodotti di importazione legati al rischio di introduzione delle specie aliene dannose al patrimonio naturale, agrario, economico e culturale siciliano.

Esiste già un Disegno di Legge M5S[6] sulla tutela della biodiversità siciliana…basta approvarlo!

[6] Disegno di Legge n. 960 del 02.03.2015 presentato dai deputati regionali del MoVimento Cinque Stelle

3.                    Introdurre misure premiali per chi contrasta desertificazione e erosione del suolo.

4.                    Maggiori interconnessioni ecologiche delle aree naturali siciliane protette con le aree agricole siciliane.

5.                    Sviluppare un piano di gestione forestale e azioni di tutela e incentivazione delle foreste e della biodiversità.

7. Emigrazione dalla Sicilia e abbandono terreni agricoli

Secondo il rapporto Migrantes del 2016, la Sicilia è la regione con il maggior numero di espatriati. Sono migliaia i siciliani, sempre più spesso giovani, che lasciano l’Isola. A questo problema se ne affianca un altro: l’abbandono dei terreni agricoli.

Cosa fare?

1.                       La concessione di terreni in favore di imprenditori agricoli e giovani (Banca della Terra di Sicilia). La Regione Sicilia deve dare nuova vita ai terreni in disuso, assegnandoli in concessione a chiunque abbia voglia di coltivarli, in modo da creare nuove realtà economiche, ambientali e sociali. Il progetto “Banca della Terra di Sicilia” si propone i seguenti obiettivi: rafforzare le opportunità occupazionali e il reddito delle aree rurali; valorizzare il patrimonio agricolo forestale pubblico e privato; favorire il ricambio generazionale nel comparto agricolo.
La normativa e il decreto già esistono… basta attuarli!

8. Agromafie, caporalato e contraffazione alimentare

Il “caporalato” è il fenomeno di l’intermediazione illegale tra lavoratore e datore di lavoro. I caporali sono coloro che reclutano manodopera per impiegarla presso terzi in condizioni di sfruttamento. Il fenomeno interessa prevalentemente il settore agricolo, ma può registrarsi anche nell’edilizia. Altro fenomeno criminale molto diffuso in agricoltura è il caporalato. Di recente, il nostro ordinamento giuridico si è dotato di una legge[7] per il contrasto del caporalato e del lavoro nero in agricoltura. Secondo il “Terzo rapporto Agromafie e Caporalato”, a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Federazione Agroindustria, lo sfruttamento del lavoro nelle campagne italiane ha un costo per le casse dello Stato in termini di evasione contributiva pari a 600 milioni di euro. Un fenomeno che in alcuni territori della Sicilia tocca picchi vertiginosi. La repressione del caporalato è fondamentale, ma non sufficiente a debellare il fenomeno. La Regione deve attuare delle misure per promuovere una cultura contro il caporalato in ambito agricolo, prendendo spunto dalle regioni italiane virtuose, come la Puglia.

[7] Legge n. 199/2016 “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”.

Cosa fare?

1.             La stipula di un protocollo di intesa sulla gestione delle liste di prenotazione in agricoltura. Il protocollo deve essere tra le istituzioni regionali e le organizzazioni sindacali e di categorie delle imprese agricole, e ha il fine di favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro in agricoltura e di snellire la gestione delle liste di prenotazione della Regione Siciliana per combattere il lavoro nero nei campi e incentivare le assunzioni legali di braccianti stranieri e non.

2.                Approvare un disciplinare di un bollino etico da associare al “Marchio Qualità Sicura Sicilia”. Le aziende che aderiscono al Regime di Qualità Sicura Sicilia dovranno avere l’opportunità di implementare anche lo standard volontario di Eticità secondo i requisiti definiti dalla delle linee guida. Le imprese partecipanti allo standard facoltativo “Eticità” saranno assoggettati al controllo da parte di Organismi di Controllo indipendenti, autorizzati dalla Regione Siciliana. Le aziende aderenti allo standard facoltativo “Eticità” potranno darne evidenza riportando in etichetta un bollino aggiuntivo al Marchio.

3.               Approvare un Piano d’azione sperimentale per l’accoglienza dignitosa ed il lavoro regolare dei lavoratori, migranti e non, in agricoltura”. Servono soluzioni concrete per evitare la creazione di ghetti, in cui i valori più fondamentali e basilari dei lavoratori e delle loro famiglie, non vengono garantiti. Tra queste, rientra la concessione temporale di immobili appartenenti alla Regione ai lavoratori stagionali.

9. Insufficiente risorse idriche

Il problema è causato in primo luogo dalla gestione delle risorse idriche. In secondo luogo dalle pessime condizione delle condutture e delle dighe. L’insufficienza delle risorse idriche nell’Isola si ripercuote anche nel settore agricolo.

Soluzioni?

1.                    Riforma del sistema idrico integrato

2.                     Utilizzo delle risorse previste dal PSR, Fondi strutturali, nonché finanziamenti stanziati dal governo nazionale per il rifacimento o la manutenzione delle condutture e delle dighe.

10. Mancanza di adeguate infrastrutture e aree logistiche

1.                      “Sfruttare” i fondi e finanziamenti. Per ottenere ciò, è necessaria una gestione e uso dei fondi efficiente, seria e lungimirante.  Per  approfondimenti vedere il Piano Trasporti Regionale M5S e il  Piano Fondi Europei Regionale M5S.

11. Inadeguato livello di formazione e di supporto tecnico alle aziende.

E’ necessario promuovere e garantire una formazione seria e un supporto tecnico alla aziende agricole in tutta la regione. Per farlo, occorre

1.                           “Sfruttare” le misure dedicate nel PSR. Per ottenere ciò, è necessaria una gestione e uso dei fondi efficiente, seria e lungimirante. Per approfondimenti vedere Piano Fondi Europei Regionale M5S.