La vice presidente della Commissione Ambiente all’Ars Valentina Palmeri: “Subito un Piano anti desertificazione regionale trasversale a più Assessorati”.
“La desertificazione di vaste aree della Sicilia provoca squilibri orografici che possono essere causa di catastrofi le cui conseguenze sono purtroppo sotto gli occhi di tutti e le recenti alluvioni in Sicilia ne sono la dimostrazione. Abbiamo già avviato un’interlocuzione con il Ministro Costa e gli abbiamo sottoposto proposte che sono di natura finanziaria e normativa, per combattere e arrestare il fenomeno. Morale, serve un vero e proprio piano anti desertificazione regionale trasversale a più Assessorati”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’Ars Valentina Palmeri, vice presidente della Commissione Ambiente, nel corso del convegno sul processo di desertificazione che vede la presenza tra gli altri, dell’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera, dell’assessore regionale al territorio e ambiente Salvatore Cordaro e del già presidente della Commissione Ambiente all’Ars Giampiero Trizzino. All’incontro organizzato nel dipartimento di scienze Agrarie e Forestali hanno partecipato il Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali il professore Stefano Colazza, Fulvio Mamone Capria Capo della Segreteria Tecnica del Ministro all’Ambiente Sergio Costa, poi ancora il professore Vincenzo Piccione, componente del Comitato Scientifico IRSAAT, il botanico Francesco Maria Raimondo, presidente di Optima, il professore Aurelio Angelini e l’agronomo Guido Bissanti. “Se vogliamo riuscire ad arginare catastrofi naturali quali alluvioni e allagamenti – spiega Palmeri – occorrono progetti per il recupero della biodiversità, l’aumento della superficie arborea delle aziende agricole con l’utilizzo di specie autoctone per la produzione agricola o forestale e la messa in opera di sistemi di incremento e recupero delle risorse idriche. Ovviamente le aziende devono essere messe in condizione di poter produrre energie rinnovabili. Anche la Regione – spiega la deputata – deve fare la sua parte, destinando maggiori energie e risorse per l’ampliamento ed il potenziamento delle aree protette in generale, da un lato e dall’altro, per incoraggiare tutte quelle pratiche e aziende agricole termodinamicamente sostenibili” conclude Palmeri.
Video del convegno
“La Regione siciliana di concerto con il Ministero dell’ambiente – ha spiegato il deputato Ars Giampiero Trizzino – deve impegnarsi nella valorizzazione delle aree sottoposte a vincoli di tutela paesistico-ambientale, strumento di salvaguardia del territorio. Sul punto si ricordi la Legge 222/2007 che ha previsto l’istituzione di tre parchi nazionali: Eolie, Pantelleria e Iblei. Sotto il profilo della disciplina regionale riveste un ruolo determinante l’aggiornamento della normativa sulle aree protette, alla luce della scadenza della gestione di alcune riserve naturali in regime convenzione, nonché al collegamento con le aree della Rete Natura 2000 e la creazione di corridoi ecologici. Il controllo dell’urbanizzazione deve passare, infine, da una rivisitazione della disciplina regionale sul governo del territorio che sia capace di coordinare i vari livelli di pianificazione e tradurre – conclude il deputato – in norme precipue i principi della riduzione del consumo di suolo”.
Il 29 ottobre 2018, presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo si è tenuto il convegno “Desertificazione: processo inarrestabile? Approfondimento tecnico, scientifico e politico”. Unaoccasione per approfondire il tema di una delle più grandi sfide del nostro tempo: la desertificazione. Secondo gli ultimi dati ufficiali, 1/5 del territorio italiano è a rischio desertificazione, mentre, secondo i dati aggiornati IRSSAT, la situazione siciliana è ancora più preoccupante: la media del processo di desertificazione è tra il 30 ed il 50% in regioni come Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania ma in Sicilia raggiunge la quota di 70% del territorio. Una situazione drammatica.
Partendo da una analisi tecnica-scientifica dei dati e delle aree dove si è registrata una inversione di tendenza, i relatori hanno proceduto alla definizione di possibili soluzioni politiche che verranno sottoposte all’attenzione di rappresentanti del governo regionale e nazionale.