Oggi è la Giornata Mondiale del Suolo. Il suolo è risorsa preziosa, fragile e non rinnovabile, da cui dipende la nostra sopravvivenza ma il cui valore è poco riconosciuto dalla società. L’Italia è uno dei paesi con ritmi di consumo di questa risorsa tra i più alti d’Europa
Immaginate una nazione di medie dimensioni, come l’Ungheria, il Portogallo o la Repubblica Ceca. Ora immaginate l’intera area di quella nazione ricoperta da cemento e asfalto: è grossomodo la superficie di suoli agricoli che negli ultimi 50 anni è stata “consumata” da insediamenti e infrastrutture nei 28 paesi dell’Unione Europea. Il suolo continua ad essere consumato a una velocità allarmante, nonostante la crisi che affligge il settore delle costruzioni in molti Paesi. Ogni anno, 1000 km2 di aree coltivate vengono cancellate da nuovi edifici.
Questo esempio di Legambiente rende chiara l’entità del problema.
Il consumo di suolo è solo la punta di un iceberg, il suolo in Europa deve affrontare molte minacce e danni: oltre 250.000 siti sono pesantemente contaminati, quasi la metà dei terreni agricoli sono minacciati dalla riduzione della sostanza organica e gli equilibri ecologici dei sistemi naturali vengono compromessi, decine di milioni di ettari soffrono gli effetti dell’erosione e del dissesto idrogeologico, e la desertificazione avanza in molti paesi del Mediterraneo, rendendo le coltivazioni sempre più sensibili alla siccità e ai cambiamenti climatici.
Tra i maggiori rischi che si registrano oggi in Sicilia legato al suolo vi è quello della desertificazione. Questo fenomeno, insieme ad altri, tra cui il disboscamento e l’uso pesticidi, concimi chimici, ovvero di fanghi contaminati in agricoltura, minacciano gravemente il suolo. Colgo l’occasione della giornata mondiale del suolo per rinnovare il mio impegno e quello del gruppo M5S di cui mi onoro di fare parte di promuovere una politica che contrasti la desertificazione e tuteli e promuovi la biodiversità nella nostra bellissima terra.