All’inizio non volevamo crederci.
Poi ci siamo subito attivati per salvare la nostra perla rara siciliana.
Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino hanno depositato due interrogazioni all’Ars contro la procedura autorizzativa e l’evidente impatto ambientale del mega progetto di Marina Bay che cambierebbe la faccia di San Vito Lo Capo. Quel mostro ambientale che va fermato a tutti i costi.
La Spiaggia di San Vito Lo Capo, uno dei più noti paradisi naturalistici e paesaggistici siciliani, rischia di essere irrimediabilmente deturpata e cementificata, a rischio pure l’economia locale. Ci siamo prontamente attivati per bloccare questo scempio.
Depositate due interrogazioni all’Ars da Palmeri e Trizzino e una interpellanza da Lombardo a Montecitorio. Sotto accusa da parte dei deputati la procedura autorizzativa e l’evidente impatto ambientale del mega progetto di Marina Bay che cambierebbe la faccia di quell’area geografica
“Un mostro ambientale che va fermato a tutti i costi. Non possiamo permettere che interessi privati seppelliscano uno dei più bei litorali siciliani, e forse dell’intera nazione, sotto migliaia di metri cubi di cemento”.
Il M5S all’Ars e alla Camera prepara le barricate contro quella che definisce una mega speculazione turistica che cambierebbe per sempre il volto di san Vito Lo Capo con, parcheggi, hotel e piscine e con l’avallo della Regione Siciliana. Per questo i deputati Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino (Ars) e Antonio Lombardo (Camera) hanno presentato tre distinti atti parlamentari a Palazzo dei Normanni (due interrogazioni) e a Montecitorio (interpellanza).
“È in corso – spiegano i tre deputati – l’ennesimo tentativo di devastare la spiaggia e il paesaggio, con colate di cemento che andrebbero a ricoprire una superficie stimata di circa 115 mila metri quadrati, tra area demaniale marittima ed area comunale. Il progetto in questione, promosso dalla società ‘Marina Bay srl’ di Trapani, prevede, oltre al rifacimento e relativo allungamento delle banchine esistenti, anche la costruzione di strutture ricettive quali Hotel, centro benessere, negozi, pontili e tanti altri servizi. Di fatto, però, si vuole privatizzare, ad uso e consumo della sola società, il porto turistico e peschereccio per lungo tempo, con concessione di 48 anni”.
I tre deputati, tra l’altro, mettono in evidenza anche il grave danno socio-economico ai cittadini residenti, che storicamente vivono grazie all’indotto dato dai servizi turistici da essi forniti.
Trizzino e Palmeri con due distinte interrogazioni chiedono a Musumeci e all’Assessore al territorio ed Ambiente, Cordaro, di rivedere l’intero iter procedurale sulla vicenda, visto che nessuna procedura ad evidenza pubblica è stata mai avviata, come invece previsto dalle norme vigenti e se siano al corrente dell’enorme impatto ambientale che il progetto avrebbe per San Vito.
“La tutela di un territorio fragile e di pregio come quello San Vito – afferma Giampiero Trizzino – merita particolare attenzione soprattutto alla luce del progetto che si vorrebbe realizzare nel porto turistico. Per questo motivo, sia a livello nazionale che regionale, ci siamo mossi per verificare il rispetto di tutte le norme sia relative alle procedure di gara, che di tutela ambientale”.
“Vogliamo capire – afferma Valentina Palmeri – se il presidente Musumeci e l’assessore Cordaro siano al corrente delle peculiarità del progetto non conforme soltanto con le caratteristiche ambientali della zona, poste sotto stress, ma anche con le caratteristiche del comune e delle località vicine. Tra le altre cose questo progetto metterebbe a dura prova i sistemi idrici e fognari di San Vito, oltre a decretare, verosimilmente, la scomparsa della famosa mezza luna di sabbia della spiaggia della cittadina”.
Al ministro dell’Ambiente Costa si rivolge invece il deputato nazionale Antonio Lombardo per chiedergli se il ministero da lui presieduto abbia intenzione di provvedere al completamento della Rete natura 2000 a mare che interessa anche la vasta aera di san Vito lo Capo e se il ministero dell’Ambiente abbia intenzione di partecipare alla Conferenza dei Servizi che si terrà a fine agosto per fare chiarezza sull’opportunità di realizzare la struttura immobiliare.
“È più che evidente –afferma Lombardo – che il progetto di Marina Bay e la rete Natura 2000 a Mare che interessa anche San Vito Lo Capo non possono coesistere. Evitare di far proseguire l’iniziativa dei privati è pertanto doveroso, soprattutto se le intenzioni del governo sono quelle di procedere sulla strada che mira a preservare l’avifauna marina e a tutelare gli habitat e le specie marine con individuazione di nuovi Sic, Siti di importanza Comunitari e Zps, Zone di protezione Speciale”.