di Linda Ferrara – itacanotizie.it – La portavoce pentastellata all’Ars è vicepresidente della commissione Ambiente, Territorio e Mobilità. Nel 2017 è stata rieletta, per la seconda volta, al Palazzo dei Normanni. Le abbiamo chiesto un bilancio sull’attività del governo siciliano.
Sono trascorsi 2 anni dalle ultime elezioni regionali. Qual è la sua opinione sull’operato del governo guidato da Nello Musumeci?
Il governo Musumeci, in questi due anni, è stato un governo litigioso, privo di contenuti innovativi e, soprattutto, privo di una visione politica. I ‘collegati’ delle finanziarie, infarcite di norme spot, inutili per la Sicilia, hanno avuto la meglio e hanno tenuto bloccata l’aula per mesi, di riforme importanti nemmeno l’ombra. La Sicilia purtroppo continua a non vedere alcun segno di miglioramento in quelli che sono i suoi problemi atavici.
La riforma sui rifiuti si è arenata dopo la bocciatura del primo articolo della legge. Questo complica la già grave situazione in cui versa la Sicilia?
La situazione siciliana è grave a causa, soprattutto, della mancanza del Piano Rifiuti, piuttosto che della legge, e, quindi, a causa della mancanza di impianti e di una strategia regionale, che genera un far-west autorizzatorio, organizzativo e gestionale.
Lei ha dichiarato che si tratta di una legge monca perché non recepisce le direttive comunitarie sull’economia circolare. Quali sono appunto i rischi?
I rischi sono che si approvi una legge che, a breve, verrà ritenuta superata dal recepimento nazionale delle direttive dette pacchetto di economa circolare, in particolare la 851 è la modifica della direttiva sui rifiuti del 2008 e non è una modifica qualunque è “La Modifica”. Essa sposta il punto focale dalla raccolta differenziata che senza esitazioni individua come ottimale il porta a porta e al monomateriali, al vero recupero di materia. Questo pone fine al piano rifiuti essendo lo stesso solo premessa del piano industriale dell’economia circolare. La Direttiva 851/2018 modifica le definizioni di rifiuto urbano, introduce quella di sostanze destinate a essere utilizzate come materie prime per mangimi, introduce la definizione di rifiuto non pericoloso ad oggi non presente, esclude dai rifiuti urbani sia i «rifiuti da costruzione e demolizione» e tanto altro. Le faccio un esempio già l’Italia in questi giorni ha recepito il nuovo assetto dell’end of waste, questo significa che ognuno che ha oggi un rifiuto che può essere utilizzato da un’azienda senza particolari trattamenti potrà venderlo a quella azienda proprio perché dichiarato fuori dai rifiuti. Infatti l’obiettivo delle nuove direttive ormai imminenti è riprodurre oggetti. Questa legge invece si proponeva di raccogliere come rifiuti e non come materie prime. Le dico un altro esempio smaltire una tonnellata di plastica raccolta male costa circa 150 euro se va bene. Se invece il pet quello delle bottiglie lo raccogli bene per potere fare nuove bottiglie esso vale circa 400 euro a tonnellata quindi tra la vecchia impostazione e la nuova ci sono 550 euro a tonnellata di differenza.
Ci sono delle novità rispetto al progetto dell’impianto pubblico di compostaggio di Calatafimi?
Con una delibera di giunta del 5 novembre scorso è stata approvata la modifica dell’allegato fondi ‘Patto per il Sud’ che prevede lo stralcio della destinazione all’impianto di compostaggio di Calatafimi e l’inserimento negli stessi a favore di impianti a Sciacca e del Polo tecnologico di Castelvetrano. Parallelamente a questa modifica si propone alla Direzione Generale per i Rifiuti del MATTM di attingere ad altri capitoli (Sviluppo e Coesione 2014/20) di fondi ministeriali per Calatafimi. In questi giorni avrò maggiori informazioni circa la risposta da parte del Ministero.
Come gruppo politico avete richiesto la reintroduzione dello streaming delle commissioni. L’attività parlamentare regionale è poco trasparente?
Lo streaming, nostra battaglia proposta e vinta in alcune commissioni durante la precedente legislatura, ha visto un dietrofront col governo Musumeci, quindi, sì, l’attività parlamentare è diventata meno trasparente. Dallo scorso anno chiediamo la modifica del regolamento, per rendere le dirette la regola e non l’eccezione. La commissione competente tratterà la questione nella prossima seduta.
Dopo la nomina di Giancarlo Cancelleri come viceministro ai Trasporti, credete che le infrastrutture siciliane possano ricevere maggiore attenzione dal governo nazionale?
Giancarlo Cancelleri si era occupato più volte di questo tema ed ora sta trattando l’argomento con la giusta attenzione e competenza.
Avete chiesto alla Regione di costituirsi parte civile alla prossima udienza del gup di Trapani che deve decidere sul caso Airgest. Il presidente in carica, Salvatore Ombra, ha criticato la vostra iniziativa. Qual è il suo pensiero in merito?
Noi non abbiamo chiesto alla Regione di costituirsi parte civile. Non appena abbiamo appreso del delicato procedimento penale che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di diverse persone, procedimento che ha indicato la Regione come parte offesa, abbiamo chiesto alla Regione “se intende” costituirsi parte civile, nient’altro. Domanda legittima politicamente e istituzionalmente.
Quali sono i temi su cui sta lavorando?
Sto seguendo diverse tematiche territoriali e regionali. Tra queste: contrasto agli inceneritori ed alla corruzione presente nel sistema autorizzatorio della Regione su energia e rifiuti; iniziative e ddl per lo studio ed il contrasto alla desertificazione in Sicilia, per l’economia circolare, per una conversione agroecologica in Sicilia, per la tutela del suolo, della biodiversità, per lo ‘Stop al glifosato’, per il riutilizzo delle acque reflue in Sicilia. Sugli aeroporti, settore strategico per il turismo e l’economia di molti settori, e destinatari di ingenti fondi pubblici, sto continuando a fare un lavoro coordinato con altri colleghi volto alla tutela di una corretta gestione degli aeroporti siciliani e a vantaggio dei piccoli aeroporti, per il contrasto alla loro privatizzazione, a favore della rete unica aeroportuale siciliana, azioni a favore di una corretta e più trasparente gestione dei bilanci da parte dei gestori aeroportuali, atti e odg per la ricapitalizzazione Airgest.
Grazie alle sue denunce è nato il caso Siri, l’inchiesta della magistratura avente ad oggetto l’affare Arata-Nicastri sul business del biometano. Pensa che potrebbero esserci altre vicende su cui bisogna far luce?
Il settore ha visto così tante deformazioni che dobbiamo aspettarci altre brutte sorprese.