Turismo rurale
Il turismo rurale, specialmente negli ultimi anni, è un settore in forte crescita e può rappresentare un volano per l’economia del nostro territorio
Il turismo rurale comprende le varie forme di turismo direttamente connesse alle risorse rurali, ovvero tutte quelle forme di turismo in cui la “cultura rurale” rappresenta la componente più importante, da non confondere con il “turismo nelle aree rurali”, che invece comprende tutte le forme di ricettività ubicate in ambito rurale, indipendentemente dalle motivazioni dell’ospite e dalle modalità di fruizione.
Le risorse della ruralità sono costituite dall’agricoltura e dai suoi prodotti, dalle aree verdi e dalle zone protette, dall’artigianato, dai patrimoni culturali e artistici presenti nei paesi e nei piccoli centri delle aree rurali.
Il processo di creazione del valore attraverso il turismo rurale si basa sull’interazione di più attori e sulla combinazione di un insieme di risorse, specifiche del patrimonio locale rurale. La vitalità economica e sociale di un territorio rurale è quindi legata indissolubilmente all’agricoltura e al turismo, che permettono la produzione e rigenerazione spontanea dei capitali rurali.
Il turismo rurale può essere considerato una evoluzione del turismo alternativo, e in opposizione al turismo di massa, ossia quel turismo che registra un flusso continuo e numeroso di turisti, che visitano le realtà locali ma cercano le attrattive tipiche della propria cultura. Il turismo alternativo, invece, registra un numero limitato di turisti, i quali si adattano alle norme locali, e che sono interessati agli stili di vita del posto e disponibili all’apprendimento di usi, costumi e lingua del luogo.
Il turismo sostenibile è stato definito nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT): “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.
Negli ultimi tempi, si parla sempre più spesso dei food traveller o culinary traveller, per indicare una nuova “generazione” di turisti internazionali, che girano il mondo alla scoperta di luoghi, ma soprattutto di specialità gastronomiche, piatti tipici e chef stellati. Secondo il Food Travel Monitor 2016 (lo studio internazionale sul turismo enogastronomico presentato dalla World Food Travel Association), l’Italia insieme alla Francia e al Giappone, è il Paese prescelto dai buongustai di tutto il mondo. Il 49% dei turisti internazionali sceglie la propria destinazione in base a ciò che potrà gustare, e sono in crescita i tour tra aziende e mercati agricoli: il 93% dei viaggiatori durante le vacanze visita una cantina, o va alla ricerca dei grandi chef all’opera negli showcooking o alla scoperta del cibo di strada.
Per diffondere il turismo rurale occorre costituire una rete turistico-territoriale su scala regionale: un sistema basato su un modello di «azienda-rete» che connetta soggetti pubblici e privati che operino in maniera interdipendente fra di loro. L’offerta di questa tipologia di servizi turistici è quasi del tutto assente in Sicilia. La rete turistico-territoriale permetterebbe di generare delle «economie di agglomerazione» che sopperirebbero alla intrinseca debolezza e all’isolamento geografico delle imprese agricole.
I prodotti agroalimentari siciliani rappresentano delle eccellenze che vengono insigniti di prestigiosi riconoscimenti internazionali. Se è vero che nella nostra Isola c’è un alto tasso di disoccupazione, è anche vero che il settore agroalimentare e agrituristico può rappresentare una opportunità per collocarsi nel mercato del lavoro.
Vi sono diversi modelli di turismo che rientrano nel piano di “Sviluppo Locale” e che potrebbero costituire una nuova chiave di volta del turismo ambientale, rurale, culturale, enogastronomico, che valorizza il patrimonio oltre che occasione di crescita per il territorio. Tra questi:
- Il Paese Albergo, che presenta una proposta che coinvolge un intero paese o un centro storico abitato, attraverso una rete di offerte ospitali (camere, case, bar, ristoranti), servizi di accoglienza, e spazi comuni per gli ospiti;
- L’Ecomuseo, che indica un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione, disciplinato in Sicilia dalla L.R. n. 16/2014.
- L’Albergo Diffuso, che è un modello ricettivo in cui l’aggettivo “diffuso” denota una struttura orizzontale e non verticale come quella degli alberghi tradizionali. L’albergo diffuso è disciplinato in Sicilia dalla L.R. n. 11/2013, ed è la prima legge di iniziativa parlamentare approvata nel corso della XVI Legislatura all’Assemblea Regionale Siciliana. I suoi principi base sono: il recupero, la ristrutturazione e la riconversione degli edifici storici trasformandoli in patrimonio edilizio di pregio e concedendogli la destinazione d’uso turistico–alberghiera, evitando, in tal modo, il consumo del suolo. Si rivolge a quei turisti interessati a vivere il luogo che li ospita come se fossero abitanti dello stesso. Prevede la partecipazione diretta degli abitanti del luogo, degli esercenti delle attività commerciali, degli artigiani e una promozione del territorio “rurale”, attraverso l’incremento di fiere e percorsi enogastronomici, naturalistici e storici dedicati agli utenti degli alberghi diffusi. Questo modello potrebbe valorizzare il patrimonio delle Regie Trazzere, l’infrastruttura portante del sistema di viabilità (storica) della Sicilia sviluppatasi nel corso dei secoli. Una loro valorizzazione e utilizzo pubblico a fini turistici e di mobilità sostenibile permetterebbe al contempo di recuperare la memoria storica degli antichi percorsi viari e, con essi, tutte le testimonianze storiche (bagli, casolari, abbeveratoi, stazioni di posta, ponti ecc.) che si avvicendavano lungo le strade.
Riferimenti normativi:
– L.R. n. 11/ 2013 «Norme per il riconoscimento dell’albergo diffuso in Sicilia».
– L.R. 7 settembre 2000, n. 17 “Istituzione delle strade del vino e di altri prodotti tipici del Veneto” Regione Veneto
– L.R. 7 aprile 2000, n. 23 “Disciplina degli itinerari turistici enogastronomici” della Regione Emilia-Romagna
– Risoluzione M5S (25 settembre 2014) approvata in IV Commissione: «Indirizzo in ordine allo sviluppo di una cultura e di una rete di mobilità dolce».